Sono stati almeno novemila in dieci anni, tra campagne e strade, gli assalti dei cinghiali in Lombardia, che oggi devono essere fermati con ogni mezzo. Così anche la Coldiretti regionale plaude alla delibera approvata dalla Regione, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, che stabilisce la possibilità per gli agricoltori, che subiscono danni causati dai cinghiali, di indicare due operatori abilitati al contenimento dell’animale sui propri terreni. Il che significa il loro abbattimento.
“Ringraziamo l’assessore Rolfi per l’attenzione con cui guarda a questa problematica testimoniata da questa ulteriore misura. La situazione nelle nostre campagne è ormai insostenibile in varie aree. I cinghiali stanno mettendo a rischio la tenuta stessa delle aziende agricole, a causa delle devastazioni che provocano alle colture in campo: dal fieno, la cui qualità è compromessa dall’andirivieni di questi animali sui prati, al mais, le cui semine vengono decimate se non azzerate; dalle patate ai piccoli frutti che sono ricercati come cibo. Non vengono risparmiati neanche il riso, schiacciato dai loro zoccoli, o le vigne dove le piantine più piccole vengono sradicate mentre il frutto maturo viene mangiato. Danni si registrano anche negli uliveti, con i cinghiali che scavano vicino alle radici delle piante, pregiudicandone la tenuta. Questi animali sconvolgono l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico e non risparmiano i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità”, spiega e commenta la Coldiretti Lombardia.
A livello nazionale il numero di cinghiali ha superato i 2 milioni di esemplari.