Si è spenta nelle scorse ore , a 93 anni, Rosita Missoni, la stilista visionaria che ha trasformato fili in arte e colore in un linguaggio universale.
Nata nel 1931 a Golasecca, in provincia di Varese, Rosita Jelmini ha saputo intrecciare la bellezza delle sue origini con una visione internazionale, mantenendo sempre un legame indissolubile con la sua terra. E da quel legame è nato un percorso straordinario che l’ha portata a plasmare un impero dello stile.
L’incontro con Ottavio Missoni, alle Olimpiadi di Londra del 1948, è stato l’inizio di una storia d’amore, passione e creatività. Insieme, nel 1953, hanno fondato un brand che da Sumirago è diventato sinonimo di eleganza senza tempo in tutto il mondo.
Righe, zigzag, giochi di colore, Rosita ha dato vita a un’estetica rivoluzionaria, creando un’identità visiva immediatamente riconoscibile. I suoi capi non erano semplici abiti, ma vere e proprie opere d’arte che mescolavano passato e futuro, tradizione e avanguardia.
Con un’abilità unica nel percepire ciò che sarebbe diventato tendenza, Rosita ha ridefinito l’idea di sartorialità, portando il marchio Missoni a rappresentare il meglio del Made in Italy in tutto il mondo.
Rosita è stata l’anima pulsante di Missoni, ogni capo era intriso del suo spirito, della sua capacità di trasformare la moda in un’esplosione di emozioni, per lei, il colore era vita, un linguaggio universale capace di connettere le persone.
Rosita ha fatto capire che la moda non si limita al tessuto ma può essere uno strumento di espressione, un inno alla libertà, un invito a celebrare la bellezza delle differenze.
Con le sue creazioni, ha ispirato generazioni di designer e appassionati, portando avanti un messaggio di ottimismo e autenticità.
Oggi il mondo della moda dice addio a una delle sue figure più carismatiche e influenti, ma la sua eredità continuerà a vivere nei colori, nelle righe, nel coraggio di osare.