Si è chiusa così nei giorni scorsi a Milano la vicenda del titolare del noto ristorante “La Malmasion”: già condannato per non aver specificato sul menu che alcuni piatti sarebbero stati serviti con l’impiego in cucina di pesce surgelato, adesso dovrà pagare 200 euro di multa per frode in commercio, come stabilito dalla Corte di Cassazione.
Obbligatorio specificare quando il pesce non è fresco, ma surgelato, e lo stesso per ogni altro alimento.
Il ristorante aveva subito un controllo nel 2010, e da questo era risultata quella specifica mancanza nelle pagine del menu, unico strumento che in mano ai clienti illustra i piatti proposti ma anche la loro composizione, che deve sottostare a delle precise regole di chiarezza di informazione, come stabilito dalla legge.
Il ricorso del ristoratore alla sentenza d’Appello si è basato sul fatto che, al momento del controllo, non vi fossero clienti nel locale, ma la frode vale per il pesce presente nei surgelatori e non dichiarato sui menu, a prescindere.
Oltre alla multa il titolare del ristorante dovrà pagare le spese processuali e 2mila euro alla Cassa delle Ammende per l’inammissibilità del ricorso.