E’ in libreria dalla scorsa settimana il nuovo libro di Roberto Vecchioni: “Lezioni di volo e atterraggio”, edito da Einaudi.
Un libro diverso, coinvolgente che racconta un Roberto Vecchioni professore di latino e greco e il suo modo di far lezione anticonvenzionale.
Un professore alternativo, capace di catturare l’attenzione dei suoi ragazzi con un insegnamento aperto che spazia dalla cultura più elevata a quella tradizionalmente più popolare: Dante e il mondo del calcio, Platone, Fabrizio De André, Alda Merini così come i Vangeli, o i miti e le fiabe, ogni argomento può generare dibattito, indurre a riflettere e stimolare la mente dei ragazzi, condurli ad andare oltre le apparenze. Un insegnante certamente atipico, Vecchioni, con ”la mania di scrivere canzoni” come lui stesso ama dire, canzoni che hanno segnato quattro decenni di musica italiana.
Ogni capitolo è il racconto delle lezioni tenute all’aperto come si usava negli anni ’80, in un angolo appartato di un parco cittadino, dove si impara con la mente a volare e, lentamente, ad atterrare tornando alla realtà.
E quando parla di insegnamento Roberto Vecchioni si illumina, nelle sue parole traspare tutto l’amore e la passione per questa professione vitale per la società: “La scuola è libertà, felicità, gioia, stare insieme. Non può essere isolamento davanti ad uno schermo e apprendimento a distanza. La scuola è godere e soffrire con gli altri, è partecipare alla vita perché la scuola è vita. Un peccato, perché in Italia abbiamo insegnanti bravissimi, tra i più bravi del mondo, che sarebbero attrezzati perfettamente per portare i ragazzi fuori e fare scuola in un modo diverso. La cultura non è sapere ma cercare. Sapere è un punto di arrivo, anche troppo fermo”.
Silvia Ramilli