venerdì, 14 Marzo 2025
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Impianto Forsu per il biometano: gli ambientalisti chiedono al sindaco il rispetto delle regole o sarà Corte dei Conti

Un rendering dell'impianto di via Novara a Legnano

Alcune associazioni ambientaliste e Comitati di Legnano hanno scritto nelle scorse ore al sindaco Lorenzo Radice, alla giunta e ai dirigenti comunali, in merito all’impianto di Forsu, per la produzione di biometano, in corso di realizzazione in via Novara.

Nella nota si dichiara esplicitamente che l’impianto basa tutto il proprio piano economico-finanziario su un dato falso e illegittimo, nello stesso impianto.

“Tutto il progetto, nella sua parte economico-finanziaria, basa la sostenibilità della produzione, sulla certezza di acquisire direttamente la Forsu prodotta dai Comuni soci della utility pubblica, promotrice dell’impiantoQuesta pratica è illegittima. E, nel caso attivata, sarà immediatamente sanzionata dall’Autorità Garante della Libera Concorrenza e del Mercato, alla quale segnaleremo l’illegittimità (come già fatto, con successo, in altri casi simili)”, ricorda l’ex deputato Stefano Apuzzo, a nome delle associazioni ambientaliste, di recente vittoriose nel bresciano per la bocciatura da parte della Provincia di un impianto simile, proposto da A2A.

Come si legge in una nota firmata dalle associazioni (Gaia, Laboratorio Ambiente, Eco Rete Rete Ecologica Lombardia, “Ambiente Futuro Lombardia” Tutela Salute Legalità, Associazione Comitato Laboratorio di Quartiere Mazzafame, Gruppo di Quartiere San Paolo, Comitato Cittadini Calcinato), avendo la Forsu un valore economico intrinseco, deve essere posta (una volta raccolta), a gara pubblica e acquisita dal miglior offerente, ovvero al prezzo più basso. Questo anche e soprattutto al fine di far risparmiare i cittadini sulla tassa rifiuti.

La filosofia della raccolta differenziata dei rifiuti è la seguente: la risorsa rifiuto da raccolta differenziata, acquisita dalle imprese sul libero mercato (e, quindi, non oggetto di privativa), deve portare al progressivo ribasso del costo di trattamento e, in prospettiva, all’eliminazione della quota di TARI relativa alla “differenziata”.

Gli ambientalisti promettono che se la Forsu (così come prospettato dal piano economico-finanziario del progetto), venisse conferita presso l’impianto in via di costruzione in via Novara, a fronte di un’offerta alla pubblica amministrazione da parte di aziende private di un costo inferiore a quello definito dall’azienda utility pubblica, non esiteranno a rivolgersi alla Procura della Corte dei Conti.

In tal caso, saranno i singoli amministratori e i dirigenti che avessero avallato tale danno alle casse pubbliche e ai cittadini (con una TARI più alta del dovuto e del possibile, non ponendo la Forsu sul libero mercato), a risponderne patrimonialmente, personalmente e politicamente.

“Il progetto di Asja Ambiente si fonda su una certezza falsa e illegittima (la Forsu la raccolgo io e me la porto nel mio impianto) e sugli incentivi statali per la produzione di biometano (oltre alla fee di Snam per l’immissione in rete del biometano), per assicurare una sostenibilità economica, di per sé inesistente. La Forsu proveniente da raccolta differenziata ha un valore economico intrinseco e come tale va posta sul mercato con gara di evidenza pubblica (lo ribadiscono le sentenze di Cassazione, TAR e le Decisioni dell’Agenzia per la Libera Concorrenza del Mercato). L’impianto non risponde ad un’esigenza del territorio, al quale arreca solo danni, puzze, traffico e conflittualità, bensì a logiche meramente finanziarie, ad una “bolla economica” sul biometano e ad interessi (come abbiamo visto a Legnano con la partecipata e con la precedente esperienza amministrativa di Fratus) illegittimi e foschi”.

Gli ambientalisti hanno colto l’occasione per ribadire che, a loro giudizio, quell’impianto è un ennesimo impianto inutile.

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