Lancia l’allarme in questi giorni la Società Italiana di Medicina Ambientale: stufe, camini a legna e pellet determinano una crescita dei livelli di inquinamento atmosferico, con danni sul fronte della qualità dell’aria, anche all’interno delle case, e ripercussioni sulla salute pubblica.
Spiegato con i numeri: i camini aperti tradizionali rilasciano ogni anno 3.679 tonnellate di PM10 in atmosfera, 2.401 tonnellate quelli chiusi. Le stufe a legna immettono 2.651 tonnellate di PM10. Eppure in Italia si contano più di 8 milioni di stufe e caminetti, di cui il 24,2% a pellet e il restante 75,8% a legna.
La tendenza degli ultimi tempi è quella che va nella direzione del risparmio del gas, a costo però di un ritorno al passato in termini di inquinamento. Inaccettabile per gli ambientalisti, ma non soltanto.
Se la legna rimane il combustibile più economico, torna il problema delle emissioni inquinanti, che non può essere ignorato, ma nemmeno sottovalutato.