Mentre si combatte in Ucraina contro l’invasione russa, che sta portando distruzione e morte anche nei siti residenziali, colpendo numerosi obiettivi civili, in secondo piano è passata la pandemia da Covid-19 nei Paesi dell’est europeo, dove tuttavia l’emergenza non è finita.
Il quadro internazionale sta preoccupando numerosi osservatori che seguono la diffusione del Covid-19, e temono l’insorgenza di nuovi focolai, soprattutto là dove la popolazione ucraina in fuga si ammassa, inevitabilmente, come nei bunker e nei rifugi per giorni, ben poco areati, in condizioni di igiene e sicurezza lontane da quanto richiesto negli ultimi tempi per scongiurare la diffusione del virus.
La stessa campagna vaccinale nelle regioni dell’Est europeo, coinvolte nella guerra, è stata sospesa, e ai profughi ucraini che stanno varcando i confini del loro Paese, in cerca di protezione, sarà necessario garantire anche la protezione anti contagio. In Ucraina si è vaccinato contro il Covid soltanto il 33% della popolazione: a livello internazionale è necessario tenerne conto durante le operazioni di accoglienza.
(In Italia prosegue il calo dei casi di contagio, con una diminuzione in una settimana del 20%).