Dato il recente quanto preoccupante aumento degli episodi di aggressioni e violenze, compiute ai danni di medici ed infermieri, soprattutto nei Pronto soccorso, è stata approvata nelle scorse ore alla Camera la nuova legge per scoraggiare tali circostanze.
Il decreto diventato legge, in vigore da subito, prevede per gli aggressori l’arresto in flagranza di reato, anche differita, quindi la reclusione fino a cinque anni per danneggiamento dei beni destinati al Servizio Sanitario nazionale, ed un rimborso fino a 10mila euro.
Secondo il ministro della Salute Schillaci il provvedimento darà “risposte concrete e maggiori tutele al personale sanitario”, nonostante sia “necessario continuare a lavorare per un cambiamento culturale e recuperare il senso dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente”. E nella giornata di ieri, mercoledì 13 novembre, un uomo è stato arrestato a Lamezia Terme, per aver aggredito con un manganello il primario del Pronto soccorso cittadino.
“Norma punitiva e non preventiva”: una delle critiche di chi ha votato contro la nuova legge, vale a dire le opposizioni al governo. Per il sindacato medico Cimo-Fesmed, “servono risorse per la formazione e l’organizzazione delle aziende”. “Un segnale importante ma non risolutivo” è il parere del sindacato degli infermieri Nursind.
Necessario invesitire sul personale sanitario.