Non è un segreto che ogni anno, dopo Pasqua, i più si trovino sommersi da una quantità di cibo enorme, avanzato dalle recente feste, così si affaccia la domanda: che cosa si può congelare, e per quanto tempo?
Le regole d’oro del congelamento: il piatto dovrà essere posto nel freezer entro 24 ore dalla cottura.
Il cibo cotto va nel congelatore soltanto una volta raffreddato completamente, mai mettere in freezer qualcosa che “è ancora un po’ caldo” per evitare lo shock termico.
Etichettare il contenitore con data e contenuto.
Tra i cibi pasquali che possono essere congelati, l’agnello arrosto, che può essere conservato per un massimo di 2-3 mesi, porzionato, ben sigillato, in contenitori ermetici o sottovuoto; le torte salate, quiche, sformati che si congelano perfettamente se tagliati a fette e avvolti singolarmente (si consiglia di consumarli entro 6-8 settimane al massimo); le lasagne o primi al forno, ottimi candidati al congelamento, a patto di evitare salse troppo ricche di panna o burro che tendono a separarsi; la pastiera napoletana e colombe artigianali, che si congelano solo se freschissime e mai tagliate.
Una volta aperte, perdono struttura e umidità.
Cosa evitare di congelare? Verdure cotte ad alto contenuto d’acqua come carciofi, zucchine, melanzane, diventano molli, sfibrate e poco gradevoli. Salse delicate come maionese, besciamella, creme dolci che tendono a separarsi. Uova sode, insalate, pani farciti.
La ricetta gourmet di riciclo pasquale: Tortino rovesciato di pastiera e zabaione al Marsala salato
Ingredienti: 1 fetta di pastiera, 1 tuorlo, 1 cucchiaino di zucchero, 1 cucchiaino di Marsala secco. Un pizzico di sale Maldon, pepe nero macinato al momento
Frullare la pastiera fino a farla diventare quasi una crema compatta. Versare in uno stampino da muffin e mettere in forno a 160° per 12 minuti.
Mentre il tortino cuoce montare il tuorlo con zucchero e Marsala a bagnomaria. Quando è gonfio, spegnere. Aggiungere sale e pepe e versare sul tortino tiepido.
Riutilizzare il cibo non è una scelta marginale è un’azione che racconta del rispetto per ciò che si porta in tavola, per chi l’ha cucinato, per il lavoro invisibile che sta dietro ogni ingrediente.
Tutto ciò che è stato abbondante ieri, si trasforma in qualcosa di essenziale domani.
Il cibo racconta tutto.
Nessun piatto è mai davvero un avanzo, se lo si sa guardare con occhi nuovi.