Molti sono stati, negli anni, i quattrozampe morti nelle auto lasciate sotto il sole, vittime dell’incuria o dell’errata convinzione che uno spiraglio aperto del finestrino possa bastare dopo avere parcheggiato anche per un tempo breve. Ecco allora che l’OIPA, Organizzazione internazionale Protezione Animali lancia un’infografica che con un colpo d’occhio invita alla massima attenzione sia per i bambini, sia per gli animali che viaggiano in auto.
L’associazione informa inoltre che lasciare il cane in auto – anche in assenza di caldo -mettendo a repentaglio la sua vita o, peggio, facendolo morire è reato.
Cosa fare se si vede un cane chiuso in macchina al caldo? Come intervenire per salvarlo?
L’OIPA spiega che, se non si trova nelle vicinanze il proprietario del veicolo, anzitutto è dovere di chiunque contattare immediatamente la forza pubblica: ovunque ci si trovi, si può chiamare il 112, numero di emergenza unico europeo. Le Forze dell’ordine hanno il dovere d’intervenire per accertare la situazione e salvare l’animale, nonché denunciare d’ufficio il detentore del quattro zampe.
Come si legge in una nota, è consigliabile trovare testimoni sul posto e fare presente, già al telefono, le condizioni di salute dell’animale, al fine di potere intervenire con cure veterinarie in caso di necessità. Se non è possibile ottenere l’intervento tempestivo delle autorità e l’animale manifesta un malessere, il soccorritore che rompe il finestrino è ritenuto responsabile per danneggiamento del veicolo?
“Alla luce dell’orientamento giurisprudenziale in materia e della coscienza collettiva che impone la tutela degli animali in quanto esseri senzienti, è possibile invocare lo “stato di necessità” nel caso di un’eventuale richiesta d’indennizzo da parte del proprietario del veicolo. Tuttavia, è sempre consigliabile prima di tutto contattare immediatamente la forza pubblica e, al fine di contestare una responsabilità al detentore dell’animale, avere testimoni e prove come foto e video per dimostrare la necessità d’intervenire per salvare una vita”, risponde l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dello Sportello legale dell’OIPA.