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“Il buio oltre la siepe”: quando il razzismo è ancora attuale

(Foto Feltrinelli)

Un romanzo pubblicato nel 1960, che ebbe un immediato successo e critiche nello stesso tempo. L’anno successivo vinse subito il premio Pulizer per la narrativa, è “Il buio oltre la siepe” della scrittrice statunitense Harper Lee. Il romanzo si basa sul caso degli Scottsboro Boys, un gruppo di adolescenti afroamericani accusati ingiustamente di stupro.

Il romanzo il cui titolo originale è “Uccidere un usignolo”, è una delle opere più lette nelle scuole di tutto l’Occidente e che sempre vale la pena di far leggere a scuola. Si raccontano delle vicende accadute tra il 1932 e il 1935 nel periodo della grande depressione in una cittadina dell’Alabama, con una rigida divisione tra bianchi e neri, e il razzismo è accertato come un dato di realtà indiscutibile.

E’ un classico contemporaneo, è un romanzo che descrive una storia con una trama appassionante, che intreccia sconfitta e speranza, un romanzo che affronta temi universali e parla ai giovani. Ora Scout Finch, è una donna adulta e matura racconta e ricorda i suoi eventi da bambina.

Il titolo del romanzo “Il buio oltre la siepe” fa espresso riferimento al vicino di casa dei Finch, Boo Radley, di cui i due ragazzi hanno paura solo perché non l’hanno mai visto. Poi la casa di Boo si trova la di là di una siepe che la separa dalla strada, e quindi per i due ragazzini c’è l’ignoto che in loro genera paura.

Il romanzo fa capire che nessuno nasce razzista, ma la società in cui si vive, le idee che sono spesso ripetute, l’ignoranza, la poca tolleranza, il disprezzo per ciò che non si conosce o si conosce poco, alimentano la diffidenza e il razzismo.

Il romanzo segue le piccole avventure di tutti i giorni di una bambina, Scout, che vive con il fratello Jem orfani di madre, e il padre avvocato Atticus Finch. La vicenda si apre in estate, nel periodo di chiusura delle scuole, e Scout e Jem con l’amico Dill, combattono la calura inventando giochi. Spesso le loro scorribande e i loro giochi li portano nei pressi della staccionata del vicino, Boo Radley, che è mentalmente fragile e non esce mai di casa poiché in passato ha avuto problemi giudiziali. Il padre Atticus rimprovera spesso i figli per questo comportamento e vorrebbe che imparassero ad accettare il diverso senza preconcetti.
Finiscono le vacanze, giunge l’autunno e Scout va per la prima volta a scuola, ma l’impatto non è dei più felici. Scout, infatti, è una bambina risoluta, preferisce quei giochi “da maschi”, non gli piace studiare e finisce spesso coinvolta in risse con gli altri bimbi. Il padre accetta che la figlia non si conformi a un’ideale femminile. Sebbene Scout sia più volte testimone di comportamenti violenti contro la comunità nera. Il padre accetta di difendere Tom Robinson, bracciante afroamericano, accusato di aver violentato una giovane donna bianca. La giovane violentata è Mayella Ewell, che porta i segni di violenti colpi su tutto il corpo, in realtà è stata malmenata dal padre, l’alcolista Bob. Tuttavia il tribunale non accetta la difesa di Atticus, sebbene l’avvocato si basi su dati reali e non ci siano effettivamente delle prove contro Tom, ma condanna ingiustamente l’uomo. I figli di Atticus assistono al processo con un pastore afroamericano nella sala riservata al pubblico nero, e sono presi in giro e insultati.

Tom, l’accusato, è destinato a morire fucilato dalla polizia carceraria quando, disperando in una vittoria di Atticus, tenta inutilmente di evadere dal carcere.

Oltre a tutto, si aggiunge la sete di vendetta di Bob Ewell, sbugiardato da Atticus durante il processo, e una sera Bob tenta di uccidere Scout e Jem, ma sono salvati solo dall’intervento provvidenziale di Boo Radley, che colpisce mortalmente Bob con un coltello. Si scopre così che Boo era solito osservare i due Finch quando giocavano fuori dalle sue finestre, fantasticando di unirsi ai loro giochi e finendo per ritenerli, nella sua immaginazione, alla stregua di due amici.

Lo sceriffo Tate, decide di non incriminare Boo e derubricare la morte di Bob come un fatale incidente.

Il romanzo si chiude con Scout che riflette su come debba essersi sentito Boo in tutti quegli anni passati a osservare la vita attraverso una finestra senza parteciparvi veramente.

Il buio oltre la siepe” parla di un argomento forte, quello del razzismo che non è finito con la guerra di Secessione ma è ancora un grande problema, non soltanto in America, ma in tutto il mondo.

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