venerdì, 21 Febbraio 2025
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Katsu Nakaji il maestro del sushi arriva a Milano

(Foto di Ivabalk - Pixabay)

Quando si parla di sushi, il mondo si divide tra chi crede di sapere tutto e chi ha avuto il privilegio di assaggiare quello vero dalle mani di un autentico Maestro giapponese.
E se il destino ha il senso dell’umorismo, ha deciso di far sbarcare proprio a Milano Katsu Nakaji, erede di una dinastia che per oltre un secolo ha cesellato l’arte della cucina giapponese con la precisione di un orologiaio svizzero. Chi lo ha visto all’opera dietro il bancone di Ronin Omakase lo sa: ogni gesto è perfezione, ogni boccone una lezione di vita.

C’è qualcosa di epico nella vicenda di Nakaji che guida Hatsunezushi, il leggendario sushi bar di Tokyo aperto nel 1893, perché questa potrebbe essere l’ultima generazione della sua famiglia a maneggiare coltelli e pesce con tale maestria.
La tradizione giapponese infatti è inflessibile, senza un erede maschio: il testimone non può passare a nessuno, così Nakaji ha deciso di tramandare il suo mestiere nel mondo e la scelta è ricaduta su Milano, considerata la sola città in Europa che può reggere il confronto con Tokyo in termini di estetica, precisione e ossessione per il dettaglio.
Ed è proprio qui nel cuore di Chinatown, che il gruppo Ronin ha scelto di creare il luogo adatto alla maestria di Nakaji.
E il maestro lo racconta con un sorriso, se in patria si è sempre sentito un po’ fuori posto a causa della rigida etichetta della sua cultura, Milano gli calza invece a pennello, potendo realizzare le cose a modo suo con i suoi tempi.
Una regola ferrea: la puntualità.
Puoi anche essere il re del jet set, ma se arrivi tardi al suo bancone, sei fuori.

Ronin Omakase promette di essere un’esperienza ben al di là di una semplice cena.
Due turni, venti posti, nessuna distrazione, il sushi arriva direttamente dalle mani del Maestro, senza fronzoli ne compromessi.
La materia prima è sublime: dal tonno rosso in tutte le sue declinazioni fino alla carne Wagyu con la marezzatura perfetta e naturalmente il riso protagonista assoluto.
Cotto in un forno kamado a 500 gradi, condito con un aceto raro e manipolato con devozione, ogni chicco è perfetto, ogni boccone è pensato per arrivare in bocca alla temperatura esatta.

Nakaji sta tracciando una nuova strada per il sushi in Europa, e se qualcuno ancora pensa che basti un bel locale e un po’ di wasabi per fare cucina giapponese, si prepari a una lezione che non dimenticherà.

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