All’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 si sommano anche le difficoltà sul fronte occupazionale, in Lombardia, con 110mila lavoratori rimasti senza un’attività.
Il dato coincide con 110mila posti di lavoro persi nei primi sei mesi dell’anno, come annuncia in queste ore la CISL Lombardia, consultando i dati di una ricerca condotta con la collaborazione di ISTAT e Unioncamere.
Le ripercussioni della diffusione del Coronavirus si sono avvertite anche nel mondo del lavoro, soprattutto con una flessione dei contratti flessibili e a tempo determinato, che ha coinvolto il 2,4% degli occupati, tra i mesi di aprile e giugno, cui sono seguiti, a dare per così dire una “boccata di ossigeno”, i mesi di cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti.
Le imprese stesse hanno subito un calo nello scenario produttivo lombardo: circa 5mila presenze in meno a giugno, rispetto allo stesso periodo del 2019. Una stima significativa dei danni sul fronte del lavoro sarà più facilmente tracciabile con l’inizio del nuovo anno. Necessario per CISL Lombardia distribuire bene le risorse del Governo, sostenendo quelle imprese che danno lavoro stabile, e la formazione della manodopera.