Il Cineforum Marco Pensotti Bruni di Legnano dà inizio alle celebrazioni per il suo 60esimo anno di attività con un evento speciale, volto a omaggiare uno dei più grandi intellettuali della storia italiana, Pier Paolo Pasolini. In concomitanza con il 40esimo della morte del regista, poeta, scrittore e giornalista, l’associazione culturale riproporrà sugli schermi la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna di “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, il suo ultimo film, parzialmente ispirato al romanzo del marchese Donatien Alphonse François De Sade. La proiezione è prevista per martedì 3 novembre, alle ore 21, presso il Cinema Sala Ratti di Legnano, e sarà anticipata da una breve intervista di repertorio dello stesso regista.
Sarà presente in sala il critico cinematografico Roberto Escobar, storico collaboratore del quotidiano “Il Sole 24 Ore” e della rivista “L’Espresso”, nonché docente universitario, che interverrà per analizzare il film. Il dibattito sarà moderato da Sergio Grega, Presidente del Cineforum Marco Pensotti Bruni di Legnano, e da Celeste Colombo, membro del Consiglio Direttivo ed esperto di cinema, nonché storico collaboratore del Busto Arsizio Film Festival.
L’omaggio a Pier Paolo Pasolini è il primo di una serie di eventi speciali che, nel corso della stagione, celebreranno i 60 anni di vita del Cineforum, uno dei più longevi e rinomati a livello nazionale.
Salò o le 120 giornate di Sodoma, il cui restauro è stato realizzato dal laboratorio “L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna”, ha vinto il premio per la speciale categoria all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, un riconoscimento assegnato da una giuria composta quasi esclusivamente da giovani. Un risultato che testimonia l’importanza di un film che ha segnato un’epoca e che Pasolini terminò un giorno prima della sua morte all’idroscalo di Ostia. A tutti gli effetti, Salò o le 120 giornate di Sodoma può essere considerato il testamento del grande intellettuale e un’opera profetica e metaforica. Grazie all’ottimo lavoro svolto dalla Cineteca, verrà riproposto in versione originale, senza i tagli della censura.
La sinossi del film
L’ultimo film di Pasolini, uscito postumo, fu definito dall’autore “un mistero medioevale”. Pasolini intendeva dire che ogni sequenza, ogni atto, ogni momento del film alludeva ad altro, proprio come nei Misteri medioevali ogni “quadro” rappresentato, evoca altro, una storia sacra o profana. La grande complessità e la violenza narrativa quasi intollerabile di Salò, nascondono numerosi segreti, situazioni cifrate, allusioni, appunto, a ciò che Pasolini si rifiutava di raffigurare e mettere in scena direttamente: il presente, il degrado dell’Italia, ammorbata dalla televisione e dallo sviluppo senza progresso. Geniale “tradimento” di de Sade e audace dissimulazione storica (la Repubblica Sociale è solo un “cartone” metaforico), Salò aggredisce lo spettatore precipitandolo in un incubo senza pietà e senza vie di salvezza, dove i rituali di perversioni e violenze rimandano surrettiziamente al presente. Mostra aberrazioni perpetrate secondo un regolamento da collegio infernale, dove ogni etica è pervertita nel suo contrario e la “soluzione finale” pedagogica consiste nella creazione di una nuova umanità, indifferente e assuefatta all’orrore.
Sinossi tratta da:
https://www.labiennale.org/it/cinema/72-mostra/film/sel-uff/venezia-classici/salo.html