All’indomani delle esternazioni del sindaco di Legnano Gianbattista Fratus e del vice sindaco Maurizio Cozzi, a proposito della seduta di Consiglio di martedì scorso, Antonio Guarnieri, presidente del Consiglio legnanese, considera necessarie alcune precisazioni, dopo le polemiche che si sono sollevate nei suoi riguardi, per aver stabilito la discussione della mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Chiara Lazzarini a porte chiuse, cui sarebbe seguita la votazione segreta, se sindaco e maggioranza non avessero lasciato l’aula.
Guarnieri chiarisce oggi che la scelta delle segretezza è stata dettata da una valutazione tecnica. La mozione presentata dai gruppi di minoranza è stata reputata ricevibile, iscritta all’ordine del giorno del 19 marzo, adottando la necessità di trattare il punto in seduta segreta, e di portarlo in votazione a scrutinio segreto, ai sensi dell’Art. 9 dello Statuto e dell’Art. 67 comma 3 del Regolamento Comunale che recita: “Le deliberazioni concernenti persone e quelle per le quali questa forma di votazione sia espressamente prescritta sono adottate con votazione a scrutinio segreto”.
“Queste norme intendono tutelare sia l’individuo che rappresenta l’oggetto della mozione, sia i consiglieri comunali, che sono chiamati ad esprimersi democraticamente su questa persona, senza alcun condizionamento. Poiché non esiste alcun articolo che preveda la facoltà del Consiglio comunale di deliberare contro quanto espressamente definito dallo Statuto, ho confermato la necessità di mantenere il voto segreto. Credo quindi che le accuse che mi sono state rivolte, di non garantire la democrazia, non meritino commento”, spiega Guarnieri.
Quanto all’ammissibilità della mozione, che sindaco e vice hanno definito “pattume”, Guarnieri chiarisce che si tratta di uno strumento usato frequentemente in numerosi Comuni.
“Mi preme ricordare che la sfiducia ad un assessore è un atto di mero significato politico che, quand’anche venisse approvato dal Consiglio, non comporterebbe alcuna conseguenza pratica nella composizione della giunta”, commenta il presidente Guarnieri, certo di aver applicato le leggi, facendole rispettare da tutti.
“Sono sereno, ho fatto il mio dovere correttamente. L’assessore Lazzarini meritava la segretezza. Chi chiedeva il voto palese poi ha abbandonato l’aula”, sottolinea Guarnieri, rimandando ulteriori valutazioni, sull’intera vicenda e sulle sue cause scatenanti, all’attenzione e al buon senso dei cittadini.