Chi avrebbe mai pensato che nel 2025 la “cucina contadina” sarebbe tornata in cima alle tendenze?
Un ritorno alle origini, non certo per nostalgia, ma per necessità.

La settima edizione di Agrichef Festival regala una lezione culinaria e sociale, chiunque creda che i contadini siano soltanto coloro che faticano con le mani sporche di terra si sbaglia di grosso.
Gli agrichef italiani, quelli veri, sono una risorsa fondamentale verso la conservazione del pianeta.
Perché la cucina contadina è antispreco prima di tutto, e una delle cose più trendy che ci sia oggigiorno, basta vedere soltanto come la Puglia, con la sua “Zuppa della felicità”, ha sbaragliato tutti vincendo quest’edizione del Festival.
Un piatto che ha conquistato i palati, ma ha vinto anche il cuore di chi sa che è possibile mangiare in modo delizioso e responsabile.
A seguire, l’Emilia-Romagna, con “Tortelli la mia terra”, che racconta, tra le pieghe della pasta, un amore profondo per la tradizione, un secondo posto che ricorda quanto sia semplice essere autentici, quando si ha la capacità di non sprecare nemmeno un grammo di ciò che la terra offre.
Terzo posto per il Veneto con la sua “Anguilla in saor di porri”, che parla di una cucina che affonda le radici nelle tradizioni più solide e nei sapori più decisi, e che insegna come l’equilibrio tra il dolce e il salato sia davvero la chiave per una vita felice.
Agrichef Festival è una passerella gastronomica con piatti che parlano di sostenibilità, recupero e qualità che non passano mai di moda.
In un momento storico in cui il mondo ha bisogno di soluzioni concrete, forse il miglior lusso è scoprire l’autenticità delle radici, e il piacere di fare qualcosa di veramente utile per tutti e per il pianeta.
Un concetto che anche le generazioni future hanno fortemente compreso, il festival è una missione che coinvolge i giovani, coloro che tra pochi anni avranno le redini in mano, e saranno chiamati a fare scelte alimentari consapevoli, con l’obiettivo di garantire che il futuro abbia piatti buoni, sani, e senza sprechi.
La cucina contadina, dopotutto, è forse il più grande “anti-hype” di oggi.
Nessun piatto dai ristoranti stellati può vantare la stessa forza che ha una buona, vecchia minestra fatta in casa, preparata con ingredienti locali e tanta passione.
La risposta arriva dalle campagne, dove l’arte della cucina ha sempre avuto un significato profondo.