“La delibera adottata, che fornisce indicazioni per la gestione dei residui della manutenzione del verde pubblico e privato, consente di fare finalmente chiarezza sulla possibilità di riutilizzare sfalci e potature prima di considerarli rifiuti. Questa delibera è la riposta alle tante sollecitazioni messe in campo da Coldiretti per chiedere un’azione politica efficace”. Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, commenta il risultato raggiunto sul tema degli sfalci e delle potature grazie ad un costante impegno al confronto avviato con l’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Alessandro Beduschi e a quello dell’ambiente Giorgio Maione.
“Era necessario un intervento efficace in grado di consentire alle imprese agricole, florovivaistiche e della manutenzione del verde, di avvalersi degli strumenti di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi previsti in materia di sottoprodotto, tenuto anche conto dei risultati positivi che derivano dall’impiego di sfalci e potature negli appalti pubblici verdi attraverso i criteri ambientali minimi”.
Come si legge in una nota di Coldiretti, sfalci dell’erba e potature sono reimpiegati per migliorare le aree verdi. Dopo aver ottenuto la conferma, in una lettera del 15 aprile scorso a firma del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, che gli sfalci e le potature possono essere trattati come non rifiuto o sottoprodotto se derivanti dall’attività agricola, Coldiretti ha accolto positivamente l’impegno del Ministro ad estendere l’ambito di applicazione della categoria del sottoprodotto anche agli sfalci e alle potature derivanti dall’attività di manutenzione del verde pubblico e privato delle imprese artigiane.
In pratica, indipendentemente dal fatto che derivino da attività del verde pubblico o privato e a che a produrli sia una azienda agricola o una impresa artigiana, i materiali residui che derivano alle attività di cura del verde urbano, come sfalci dell’erba e potature di siepi e alberi, possono essere considerati sottoprodotti e, come tali, reimpiegati per migliorare le stesse aree verdi, per le normali pratiche agricole come la fertilizzazione dei suoli, per la produzione di biogas/biometano o per lo sviluppo di filiere innovative legate alla valorizzazione del materiale vegetale, come quella del riuso del legno urbano.