Si è svolto nei giorni scorsi al MISE, il Ministero dello Sviluppo Ecomico, a Roma, il previsto incontro tra le istituzioni, la proprietà Presezzi, il commissario straordinario Andrea Lolli, le sigle sindacali ed alcuni lavoratori della Franco Tosi.
Dalla seduta sono emerse, come purtroppo si paventava, delle posizioni differenti tra azienda e sigle sindacali, e un tavolo di confronto si terrà di nuovo, a breve, in Regione Lombardia per la presentazione del nuovo piano industriale della fabbrica di Legnano, a seguito della cessione definitiva dell’area nella versione ridotta che verrà perfezionata con i restanti passaggi burocratici nelle prossime settimane.
Motivo principale delle divergenze: gli esuberi ancora non ufficialmente annunciati, ma che sono una probabile conseguenza proprio della riduzione dell’area sulla quale insisterà l’azienda.
Come commenta l’on. Riccardo Olgiati, parlamentare (M5S), legnanese, in questa fase sono da sottolineare l’atteggiamento collaborativo del commissario, disponibile a permettere per due anni l’utilizzo delle aree esterne al perimetro d’acquisto, in cui però l’azienda oggi opera; quello dell’azienda disponibile a sedersi al tavolo per trattare nel tentativo di trovare soluzioni che riducano al minimo gli esuberi; quello del Comune di Legnano, presente al tavolo e disponibile a lavorare per venire incontro alle esigenze connesse al rilancio dell’area.
In una nota diffusa dalla Fiom Cisl, scrive Christian Gambarelli: “Nell’incontro svoltosi al MISE, abbiamo avuto modo di conoscere per la prima volta le vere intenzioni di Presezzi sul destino della Franco Tosi. Sapevamo già che l’acquisizione dell’area su scala ridotta avrebbe necessariamente ridimensionato anche la portata del layout industriale. Questo ridisegno, a detta dell’azienda, comporta una riduzione del personale in virtù del fatto che non sarà più prevista a Legnano la parte di officina meccanica.
Messa in questi termini è una prospettiva che non ci convince per niente, come non ci convince ciò che avverrà sulla parte rimanente dell’area. Per la Fim Cisl il percorso di reindustrializzazione dell’intero complesso degli stabilimenti non può diventare oggetto di speculazione edilizia. Questo significherebbe la fine di un intero polo industriale e alla lunga anche della Franco Tosi. Su questo aspetto devono farsi garanti sia il Ministero dello Sviluppo economico, che ha dato ordine all’azienda di non procedere con misure unilaterali, sia il Comune di Legnano. Saremo molto attenti ai programmi delle forze politiche che si candideranno ad amministrare la città dopo il commissariamento, a cominciare dal progetto urbanistico per l’area su cui sorge lo stabilimento, che per noi deve rimanere industriale”.