Nessun problema per la riproduzione di alcune pagine, ma volumi interi proprio no.
La legge che proibisce di fotocopiare opere librarie tutelate dal diritto d’autore, ha messo nei guai un paio di copisterie di Varese, oggetto di un particolare controllo sulle loro attività eseguito dalla Guarda di Finanza.
Il reato si chiama “reprografia”, la riproduzione con le fotocopiatrici di interi libri di testo, soprattutto universitari, che erano rivenduti a costi differenti, ovviamente più vantaggiosi, rispetto alle pubblicazioni originali.
I militari hanno sequestrato macchinari fotocopiatori, due computer e tutti i file con registrate le pagine dei volumi già digitalizzate con scanner, pronte per la stampa.
L’attività illecita è stata bloccata, perché di ciò si trattava: la preparazione di duplicati esatti di libri di testo, con tanto di copertine e rilegature. La legge prevede la fotocopiatura soltanto di alcune parti di opere protette dal diritto d’autore, pari al massimo al 15% delle loro pagine, o questa pratica è considerata illegale.
In particolare, sono stati denunciati i titolari di due copisterie varesine, e adesso entrambi rischiano una pena da sei mesi a tre anni di reclusione, oltre al pagamento di una multa fino a 15.493 euro, cifra cui si somma un’ulteriore sanzione proporzionata al valore commerciale delle opere copiate.